Chi mi conosce sa che è mia peculiarità comunicare attraverso le metafore. Trovo che riescano sempre ad esprimere quello che voglio dire, supportate da un’immagine che facilmente ci è possibile trovare nell’infinito archivio del grande servitore, il nostro inconscio.
Ecco la metafora che ho scritto per te che voi diventare un Networker.
Mi trovavo ad Ibiza con il mio amico Gianfranco, tutti e due appassionati di mare e di pesca subacquea, sport che ho praticato per 25 anni.
Il periodo era ottobre e vi parlo di qualcosa come 28 anni fa, anno 1990.
Pochi turisti e prezzi convenienti erano il motivo per il quale da diversi anni mi recavo a Ibiza per una settimana proprio in quel periodo.
Come scriverò in seguito, avevo avuto modo di conoscere per caso il campione dell’isola. Era un pesce travestito da umano che riusciva a pescare serenamente per ore a profondità che variavano dai 20 ai 40 metri.
Stava lì sotto con apnee intorno ai 3 minuti e in un giorno, da solo, riusciva a procurarsi fino a 50 kg di pescato tra cernie, saraghi, corvine, dentici, orate e talvolta ricciole e tonni. Una macchina da guerra in acqua.
Ho imparato tanto da quel piccolo grande uomo, era diventato campione dell’isola di Ibiza e gareggiava a livello Europeo con gli allora campioni Josè Amengual, gli azzurri Molteni e Mazzarri e altri.
Io ero guidato da una enorme passione e mi sentivo attratto profondamente dai fondali marini. Andavo in estasi in mezzo a tutti quei colori e quel brulicare di vita che solo mettendo la testa sotto il pelo dell’acqua potevi conoscere. Mi limitavo però a pescare a profondità compatibili col mio grado di conoscenza e di preparazione. Avevo imparato tutto da autodidatta e leggendo riviste specializzate, i vari Pesca Sub, l’Apnea, ecc.
Un giorno, Gianfranco, che aveva fatto già diverse immersioni in bombola e aveva conseguito un brevetto P.A.D.I. in una sua vacanza all’estero, mi propose di fare un’immersione in bombola.
Io declinai, non avendolo mai fatto e avendo un enorme rispetto del profondo blu gli dissi che non se ne parlava.
Tuttavia lui fu persuasivo dicendomi che non mi dovevo preoccupare. Non saremmo andati molto in profondità e mi avrebbe fatto da coach durante tutta l’immersione. Mi disse anche di seguire i suoi suggerimenti che avrei provato un’esperienza di cui mi sarei innamorato.
Accettai e noleggiammo l’attrezzatura proprio da Francisco Cervantes, il campione che in seguito divenne un amico.
Noleggiammo due bombole, due jacket, profondimetro, erogatori, insomma tutto ciò che serve per un’immersione sportiva. Caricammo la nostra Marbella 900 e ci mettemmo in viaggio verso il luogo prescelto per l’esperienza.
La vestizione fu complicata ed impegnativa dal momento che per me era la prima volta e non avevo confidenza con quel genere di strumenti. Un rapido briefing per concordare i segnali da utilizzare una volta giù ed entrammo in acqua.
Quello che accadde quando vuotai il jacket dall’aria fu molto simile ad un film fanta-horror.
Piombai sul fondo in modo vertiginoso e mi andai ad appoggiare con le ginocchia su dei ricci di mare che mi si conficcarono nelle carni.
Rigonfiai immediatamente il jacket che evidentemente avevo sgonfiato troppo ma successe esattamente il contrario.
Avendolo stavolta gonfiato troppo e tutto insieme, iniziai a risalire in modo fulmineo.
Non riuscendo a rallentare la risalita, effettuai quella che in gergo viene definita dagli addetti ai lavori una “pallonata” che mi sparò in superficie come un proiettile rischiando davvero molto, perché ero risalito da 18 mt a zero in un niente.
Il mio amico per fortuna mi raggiunse e mi riportò immediatamente sotto gestendo i miei pulsanti per vuotare moderatamente il gav.
Salvo per un pelo, mi avrebbe spiegato più tardi tornando all’asciutto.
Ma le sorprese dell’inesperienza non erano finite.
Affascinato da quel mondo ma impaurito per quanto successo tiravo delle boccate d’aria così grandi da riempire un pallone aerostatico e pertanto dovevo continuamente combattere per trovare il mio assetto ideale che non riuscii mai a trovare per tutta la durata dell’immersione.
Sembravo una gigantesca palla da tennis, che rimbalzava continuamente sul fondo un po’ come quegli astronauti che camminano sulla luna in assenza di gravità, uguale!
Vidi una meravigliosa cosa gelatinosa composta da centinaia di piccoli tentacoli rosa con la punta rossa al cui interno giocavano due coloratissimi pesciolini.
Erano pesci pagliaccio che notoriamente amano le anemoni, mi avvicinai così tanto per vedere da vicino quelle strane creature che le anemoni mi si attaccarono alla poca parte di viso che avevo scoperta e mi procurarono un male boia.
Scoprii dopo che si trattava di piante urticanti.
Per altre tre o quattro volte poggiai le mani su dei ricci che ricoprivano quasi interamente il fondo. Mi sentivo la versione fantozziana dal sub improvvisato ed avevo tanti di quei dolori da potermi ricoverare.
Cercai comunque di concentrarmi su ciò che di meraviglioso vedevano i miei occhi, la moltitudine di colori che solo lì puoi vedere.
Seguivo le bolle d’aria che dal mio erogatore salivano espandendosi sempre più fino in superficie.
Vidi il corallo, opera del più creativo scultore di tutti i tempi, vidi delle gorgonie giganti che sembravano tessute dal migliore dei sarti alla servitù di nettuno.
Vidi delle enormi conchiglie dette pinne che si aprivano ogni pochi secondi come per far respirare l’enorme mollusco che contenevano.
Vidi infine una infinità di altri pesci che giocavano a nascondino tra gli scogli sommersi in cui dimoravano quando ad un certo punto, mi sentii strattonare.
Era il mio amico che con gli occhi sgranati mi indicava di guardare verso l’alto, a meno di 10-12 mt stava sfilando un corteo di barracuda, a centinaia, da togliere il respiro.
Dopo quell’emozione arrivò il momento di risalire, questa volta lentamente, fermandoci a meno 10 mt per alcuni minuti e risalendo pian piano fino alla superficie.
Un’esperienza incredibile, complicata ma affascinante, incosciente ma ineguagliabile, rischiosa ma eccitante.
Dopo essermi asciugato e aver fatto un inventario delle ferite riportate, presi una decisione in quello stesso istante.
Avrei riprovato infinite volte quell’esperienza, ma lo avrei fatto in totale sicurezza perché solo così avrei potuto godere completamente di quei magici momenti nelle profondità.
Al rientro in Italia mi iscrissi immediatamente alla scuola più impegnativa e professionale nel panorama subacqueo, la scuola F.I.P.S., Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee.
Erano otto mesi di corso all’anno che prevedevano due lezioni a settimana sia teoriche che pratiche con esami nel mese di aprile al lago di Garda e con istruttori che non ti scontavano nulla.
Lo feci per due anni e conseguii il primo ed il secondo grado, per immersioni fino a 30 mt in bombola.
Da li non feci poi tantissime immersioni in bombola, essendo appassionato di pesca subacquea, praticavo quello sport rigorosamente in apnea.
È severamente vietato pescare con le bombole!
Divenni un buon apneista e un discreto pescatore, passavo in acqua dalle 6 alle 8 ore di seguito con le pinne da un metro (chiedimi perché ho le cosce grandi!).
Ho fatto anche delle gare al lago di Garda con buoni piazzamenti e ho pescato in apnea fino a 33 mt di profondità.
Oggi, seguo uno stile di vita Vegan e i pesci mi limito ad osservarli, credo loro siano più felici!
Qual è la metafora, peraltro intuibile dal titolo “così sopra come sotto”, che con tutto questo ti voglio trasmettere?
Il mondo emerso del Network Marketing è incantevole, fantastico, provoca emozioni e genera sentimenti ineguagliabili ma necessita di abilità e competenze da acquisire.
Devi prendere il brevetto per immergerti profondamente e consapevolmente nella più bella attività del mondo.
Devi imparare e fare pratica seguito dai migliori istruttori se vuoi vedere i colori e le forme che questa attività ti può offrire.
È bene che impari come trovare il tuo giusto assetto o equilibrio in virtù del contesto relazionale in cui ti trovi.
È prioritario che tu sappia distinguere i collaboratori meritevoli da quelli che con il loro opportunismo diventano urticanti per il gruppo.
È importante che tu sappia che puoi prendere tra le mani anche un riccio se usi delicatezza nel farlo, puoi aiutare gli introversi a schiudersi e trovare le perle all’interno delle preziose conchiglie che fanno da corazza a molti giovani Networker.
È un tuo dovere morale quello di imparare come si fa l’attività. Ti confronterai con innumerevoli tipologie della stessa specie umana che, al pari dei pesci feriti o arpionati che finiscono in padella, se cotti sul fuoco del fallimento non potranno godere della pienezza della vita.
Non uccidere i pesci, non uccidere i sentimenti dei tuoi collaboratori.
Diventa il migliore degli istruttori, il più saggio dei Networker e guida per mano le persone che ti hanno dato fiducia per navigare insieme l’esperienza più gratificante e libera che esista.
Così sopra come sotto, diventa un esperto che conosce il Network Marketing nelle sue profondità e il successo ti verrà incontro!
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